Confartigianato chiede alla politica di coinvolgere le imprese.
Articolo di Maria Rita Galati su “Il Quotidiano”.
Oltre 200 miliardi di euro da investire in base ad un Piano nazionale che dovrà identificare le grandi priorità ma anche i singoli programmi e progetti. Una straordinaria occasione per costruire il futuro del Mezzogiorno «se sapremo però progettare e realizzare un piano di investimenti uniti alle imprese e soprattutto veloci». Si parla dell’utilizzo più proficuo e concertato dei fondi del Recovery Fund nel webinar organizzato da Confartigianato Imprese Calabria – in collaborazione con le cinque associazioni territoriali – dal titolo “Recovery Fund e la sfida dello sviluppo e la crescita al Sud” che si è tenuto ieri pomeriggio, con le conclusioni del sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Pier Paolo Baretta.
Il suggerimento che arriva da Confartigianato Calabria, attraverso il segretario Silvano Barbalace. che ha moderato l’incontro, è partire «dall’analisi dei punti di debolezza e forza che la pandemia di questi mesi ha messo in evidenza». A Consuelo Nava, dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria il compito di parlare nel dettaglio di Recovery fund come «resilienza trasformativa e sostenibilità delle azioni in un tempo di transizione per la Calabria, una sfida tra mission e strategia che passa da un pro- gramma di progettazione di rilancio». Interessante e articolato il confronto è stato arricchito dai contributi di Nicola Irto, vice presidente Consiglio Regionale della Calabria; Enza Bruno Bossio, deputata; Roberto Occhiuto, deputato; Filippo Ribisi, vice presidente Confartigianato Imprese. Per Irto c’è il tema è quello delle «risorse non spese: serve una spinta forte, nuove misure, tenendo conto anche dei fondi strutturali. Per questo bisogna contenere la burocrazia e rendere davvero protagoniste le associazioni di categorie e le imprese nel progetto di programmazione». Il rischio da non correre è l’assenza di proposta, insomma. A questo proposito, Roberto Occhiuto sottolinea l’assenza propositiva, in questa fase delle Regioni del Mezzogiorno. «Non hanno capito la partita decisiva del Recovery fund, di come sul tavolo ci siano risorse vere e che bisogna far leva sul cofinanziamento pubblico». «La pandemia non è finita e non sappiamo quando finirà – aggiunge Bruno Bossio – e oggi paghiamo 30 anni di immobilismo e tagli alla sanità, alla scuola e alla ricerca. Il problema vero è la debolezza infrastrutturale». «Le esigenze del Sud sono di interesse globale – ha detto il vice presidente nazionale Ribisi – e sono centrali proprio perché si guarda ad un nuovo modello di sostenibilità in cui il Sud è centrale». «Non abbiamo mai visto una crisi così drammatica conseguente al virus in tutti i settori e territori, con una accentuazione dove la crisi era strutturale – ha concluso il sottosegretario Baretta – e nello stesso tempo non avevamo mai visto tante risorse disponibili. Si tratta di un paradosso che impone una presa di coscienza».
Confartigianato rilancia il tema dello sviluppo del Sud.
Articolo della Gazzetta del Sud
Fondi per salvare l’economia stretta nella morsa della pandemia e anche per Confartigianato il Recovery fund è il tema centrale del confronto come emerso ieri nel corso di un webinar che ha spostato la discussione su internet permettendo al segretario, Silvano Barbalace, e al presidente, Roberto Matragrano, di fare gli onori di casa dal monitor di un computer. D’altronde, le grandi occasioni non aspettano più i tempi delle riunioni fisiche e anche Confartigianato sa che urge fare in fretta attraverso – ha spiegato Barbalace – «un piano di investimenti utili da stilare partendo dai punti di forza e di debolezza del Paese». Ecco perché il vicepresidente nazionale Filippo Ribisi è al lavoro affinché «lo sviluppo del Sud diventi un tema globale da centrare attraverso il recupero dei borghi e l’inclusione delle micro e piccole imprese rafforzando – ha spiegato il ruolo dell’artigianato nella filiera del turismo». Mai come stavolta, insomma, le competenze contano ed è per questo che tra i protagonisti del webinar c’era anche la professoressa Consuelo Nava dell’Università mediterranea di Reggio Calabria. Suo il compito di illustrare i punti cardine di una sfida «basata sui pilastri della prevenzione e della trasformazione». Sullo sfondo famiglie e imprese da sostenere, ma Ia vera possibilità – ha chiarito – è quella «di rendere il nostro mondo imprenditoriale più competitivo». Quel che è certo è che c’è tanto da fare come ha dimostrato l’entrata a gamba tesa nel webinar delI’ultimo rapporta di Banca Italia che ha certificato il calo dell’economia calabrese durante il primo lockdown. Sanità in crisi e difficoltà di accesso al credito complicano una sfida da accettare «cambiando il modo di agire rispetto alle forze aggiuntive che in Calabria sono arrivate negli anni». A sottolinearlo il vicepresidente Consiglio regionale, Nicola Irto, che ha puntato il dito contro risorse non spese e lentezze. «Serve una spinta forte – ha detto – per non rischiare di perdere anche quest’occasione». Stop alla «burocrazia come alibi della politica», insomma, per «rendere i territori protagonisti del cambiamento». E Confartigianato c’è, ma chiede ascolto alla politica che ieri era presente anche con il deputato Roberto Occhiuto il quale ha parlato di «occasione storica» criticando l’assenza di un dibattito più largo, suonando la sveglia al governo sull’utilizzo del Meccanismo europeo di stabilità e puntando tutto sul sostegno alle piccole imprese. Uscire dalla crisi e fare in fretta: questa la vera mission da centrare al di là delle apparenze politiche. Ecco perché la deputata Enza Bruno Bossio ha chiuso la porta in faccia alla logica dell’austerità per «superare le nostre difficoltà storiche». Da qui la richiesta di «una legge di bilancio espansiva» e la discesa in campo del sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta che ha provato a ribaltare il banco per lanciare l’idea di «trasformare la crisi nell’occasione da sfruttare per cogliere la vera sfida competitiva del futuro».