Ho celebrato la festa dell’8 marzo in nome dei diritti delle donne.
Sono stata, infatti, davanti all’ambasciata polacca in Italia per dare sostegno a una battaglia di civiltà contro la recente legge che in quel Paese di fatto ha vietato le interruzioni di gravidanza e in ultimo contro la mozione che autorizza l’esistenza di aree LGPT free.
La libertà di autodeterminarsi, anche negli orientamenti sessuali, è il primo confine che sancisce un’eguaglianza sostanziale e una piena affermazione delle pari opportunità. Ecco perché ho aderito alla mobilitazione promossa dall’European Parliamentary Forum for Sexual and Reproductive Rights (EPF) – la rete di parlamentari di tutta Europa impegnati/e nella tutela dei diritti sessuali e riproduttivi delle donne. Oggi hanno fatto sentire il proprio dissenso non solo le donne polacche, impegnate nello Strajk Kobiet, lo sciopero delle donne a Varsavia, ma tutte le europee che, in contemporanea, hanno presidiato le ambasciate polacche.