(Intervista ad ADNKRONOS) – “Nicola Irto non ha assolutamente ritirato la sua candidatura. Ha posto dei problemi rispetto ai quali si è aperta una discussione che oggi in qualche misura sarà sintetizzata all’interno dell’incontro che con Boccia. Meno male che Irto ha lanciato questa provocazione. Il suo tutto è tranne che un ritiro”. A dirlo all’Adnkronos è Enza Bruno Bossio, deputata calabrese del PD.
“Con la posizione assunta da Irto finalmente si chiude la melina – aggiunge Bruno Bossio -, perché fondamentalmente le problematiche dei territori da parte della segreteria e del gruppo dirigente nazionale vengono subordinate alle manfrine romane. Poi magari ci sono territori più forti come Roma, dove si va avanti a prescindere, e territori più deboli, fra l’altro commissariati sempre da Roma, dove queste cose le dobbiamo subire. Ma sono quattro mesi che noi abbiamo messo in campo la candidatura di Irto, con l’unanimità del gruppo dirigente calabrese, dunque per noi il candidato è Irto”.
Quanto alle accuse al vicesegretario del PD, Giuseppe Provenzano, di aver provocato la presa di posizione di Irto inseguendo de Magistris (Provenzano ha smentito la ricostruzione), Bruno Bossio sottolinea: “Su Provenzano non personalizzerei. Sicuramente c’è uno scontro di linea politica a livello nazionale, che poi si ripercuote anche sui territori, sull’inseguire i populismi. Per noi, gruppo dirigente calabrese, non si possono inseguire i populismi, anche perché i populismi sono stati sconfitti dal Covid, e lavorare coi populisti alla Bolsonaro significava morire di Covid. E inoltre, prima col governo Conte II, ma soprattutto ora col governo Draghi, abbiamo una linea che tutto è tranne che populista da parte delle forze politiche che stanno provando ad affrontare questa situazione drammatica”. Per Bruno Bossio, dunque, “inseguire i populismi è proprio fuori moda, non c’è una personalizzazione verso Provenzano, ma verso chi pensa di inseguire i populismi. E non è un caso che oggi nemmeno il M5S si può considerare più un partito populista. Addirittura c’è Di Maio che mette in discussione la gogna mediatica. De Magistris rappresenta l’ultima sponda minoritaria di un populismo che per fortuna non è più di moda”. Quanto alla possibilità che de Magistris possa pescare proprio all’interno dell’elettorato del PD, Bruno Bossio afferma: “Non credo sia così. Se de Magistris va fino in fondo, e penso che andrà fino in fondo perché non dà nessun segnale di ritiro, intaccherà quell’elettorato che ha votato M5S. Il nostro elettorato per fortuna in questi anni non è mai stato attratto dalle sirene populiste. Anzi, noi abbiamo sfondato come partito, parlo del 40% di Renzi, quando siamo riusciti ad essere più credibili proprio sulla linea riformista”. Dunque, aggiunge Bruno Bossio, “il nostro elettorato, dallo zoccolo del 18% a salire, non ha attrazione verso i populismi”. Per l’esponente del PD, in definitiva, “la strada da seguire è quella del dialogo, come stiamo facendo in tutte le realtà, ma sicuramente noi partiamo dal nostro candidato, che è Irto, un ragazzo giovane, presente anche a livello istituzionale, con una buona forza elettorale e che è in grado di incarnare questo progetto riformista. Per quel che ci riguarda la candidatura di Irto non si discute, poi se si apre un dialogo, Irto stesso ha detto che è disponibile, che non ha preclusioni, ma o ci sono le primarie o bisogna mettere in pista altro. Vogliamo fare il ‘modello Ursula’ in Calabria? E allora dobbiamo trovare un Draghi più che un candidato di partito. Ma in questo momento, così come a Roma si parte con Gualtieri, in Calabria partiamo con Irto”.