Stamattina insieme all’avvocato Adriano D’Amico, in rappresentanza del “Comitato di Solidarietà Internazionale a Cesare Battisti”, ci siamo recati al carcere di Rossano per far visita a Cesare Battisti. Abbiamo trovato un uomo molto provato dalla protesta dello sciopero della fame, che ha inteso mettere in atto contro il regime di isolamento a cui è costretto, nonostante le norme attualmente in vigore lo vietino espressamente. Attraverso la nostra visita in carcere, abbiamo voluto attestare che in uno Stato di diritto non è consentito andare oltre una sentenza di condanna, ribadire la finalità rieducativa della pena sancita dall’articolo 27 della nostra Costituzione il quale prevede espressamente che non siano consentiti in trattamenti contrari al senso di umanità. Cesare Battisti sta facendo lo sciopero della fame dal 2 giugno, sta male e a malapena si regge in piedi. Le motivazioni per cui lo fa sono molto serie: è un ergastolano e non contesta la condanna per atti che lui stesso ha riconosciuto di aver commesso, però anche agli ergastolani la legge italiana consente dei benefici, la possibilità di avere gli incontri con i familiari, di poter fare delle attività. Questo a Battisti non è consentito. E’ come se ci fosse, come dice lui, un regime Battisti. Attualmente è detenuto nell’Alta sicurezza 2, dove ci sono solo terroristi jihadisti, e per forza di cose è escluso da ogni forma di socialità. Ciò che al momento risulta un mistero sono le motivazioni per cui il Dap lo ha assegnato all’Alta sicurezza 2, considerato che queste motivazioni sono state secretate e non sono state comunicate mai nemmeno al suo avvocato. Questa è la battaglia che sta facendo e la porta avanti fino a quando lo Stato non gli darà una risposta e da parlamentare darò il mio contributo in questa missione di chiarezza e affermazione dei diritti primari. Credo che ci siano dei margini per ottenere un trasferimento e mi auguro che la sua battaglia possa avere presto uno sbocco positivo.
Alla presentazione del libro “L’inganno. Antimafia, Usi e soprusi dei professionisti del bene” di Alessandro Barbano
A Napoli nell’atmosfera del Teatro San Carlo, Alessandro Barbano parla del suo