(Dalle Agenzie) – Il governo Draghi i ha compiuto una scelta storica e di civiltà. Ha riconosciuto il congedo di paternità anche ai lavoratori dipendenti della PA. Con l’approvazione di due specifici Decreti Legge, il Governo ha recepito le direttive europee in materia di equilibrio vita-lavoro e sulla trasparenza dei rapporti di lavoro. È stato, così, colmato un gap decennale tra dipendenti del settore privato e della pubblica amministrazione. Particolarmente significativa è l’entrata in vigore della nuova tipologia di congedo di paternità. È obbligatorio e della durata di 10 giorni lavorativi, fruibile dal padre lavoratore nell’arco temporale che va dai due mesi precedenti ai cinque successivi al parto. Il congedo di paternità era stato istituito con la legge 92/2012 relativamente al solo settore privato e non per i lavoratori dipendenti della Pubblica Amministrazione. Il tema della armonizzazione e della estensione della fruizione del diritto al congedo di paternità nel settore della PA l’ho posto da tempo e ripetutamente all’attenzione dei Ministeri del Lavoro e della Funzione Pubblica. Era iniqua ed ingiusta la mancata emanazione delle disposizioni estensive per il riconoscimento del diritto di congedo ai dipendenti della PA. Va dato atto al Ministro del Lavoro Andrea Orlando, di essere stato promotore e protagonista dei due recenti decreti approvati dal Consiglio dei Ministri e che accolgono anche le sollecitazioni che attraverso diverse iniziative parlamentari avevo personalmente sostenuto. Si colma, così, finalmente un gap decennale tra i diritti dei dipendenti del settore privato e quelli della PA. La scelta legislativa è indubbiamente, dunque, un riconoscimento della universalità di un diritto che, oltretutto, va nella direzione di favorire un avanzamento della condizione di parità, nell’assolvimento del ruolo di cura e assistenza genitoriale, tra uomo e donna.
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