Condivido l’intervista rilasciata ieri dal Procuratore antimafia Franco Roberti, nella quale si sottolinea la necessità di un cambio di passo nella strategia di riutilizzo dei beni confiscati alle mafie.
La maggior parte dei beni confiscati risulta, infatti, non assegnata o, sebbene assegnata ad associazioni meritevoli, presenta una gestione troppo onerosa. Viviamo il paradosso che, a causa dell’inefficienza del sistema, possa passare l’idea di uno Stato che toglie il lavoro laddove le mafie invece lo avevano creato!
I beni confiscati devono essere considerati risorsa produttiva e quindi devono poter essere assegnati in maniera rapida anche a privati e non solo ad associazioni o ad enti pubblici. Il rischio che tali beni possano essere di nuovo attratti nei patrimoni illeciti non può essere alibi per un loro utilizzo come risorsa, anche sociale: penso ad esempio alla rivoluzionaria proposta di Roberti di assegnarli ad uso alloggio per i senzatetto.
A tal proposito, come capogruppo PD in seno alla Commissione d’inchiesta sulla digitalizzazione della PA, solleciterò oggi un’audizione al fine di valutare il livello di efficacia ed efficienza del software attraverso il quale vengono gestiti i patrimoni confiscati dall’Agenzia attualmente preposta.
Infine, ritengo necessario sollecitare l’approvazione definitiva del ‘Codice Antimafia’ votato alla Camera ma da settembre fermo per ragioni politiche al Senato, il quale prevede proprio la nuova Agenzia per i beni confiscati. E’ un atto doveroso, che sento in maniera particolare oggi che abbiamo votato l’istituzione della Giornata nazionale della memoria e dell’impegno per le vittime della mafia.
RASSEGNA STAMPA
Ansa del 1 marzo 2017
Il Velino del 1 marzo 2017