Rete unica, puntare su coinvestimento con Cdp

L’Italia è ancora in ritardo nella copertura da fibra locale nelle aree bianche e grigie laddove sarebbe necessario adottare subito misure specifiche che colmino il divario, aumentando la connettività effettiva degli utenti finali.

Anche alla luce dell’esperienza del lockdown, risulta evidente come debbano essere assunte iniziative per accelerare questo dispiegamento delle reti di connessione ad alta capacità, coinvolgendo in una logica di sistema tutti gli operatori. La Camera dei Deputati ha recentemente approvato una mozione, presentata da tutti i partiti della maggioranza, in cui si impegna il Governo ad avviare senza indugio un tavolo di lavoro istituzionale “per assicurare in tempi strettissimi la realizzazione di un’infrastruttura integrata ad alta capacità, in grado di offrire garanzie non solo dal punto di vista concorrenziale, ma dal punto di vista dei requisiti di sicurezza.


Le indicazione del Parlamento sono state chiare e non è il momento di guerre di schieramento per sperimentare soluzioni non adottate da nessun paese europeo e che, nei pochissimi esempi esistenti a livello mondiale, non hanno ottenuto risultati positivi. Si deve lavorare invece per la creazione di un’unica infrastruttura di rete che, anche con Tim capofila, coinvolga le principali reti esistenti e sia aperta a tutti gli investitori interessati.
D’altra parte in piena pandemia, la rete ha retto grazie agli operatori telefonici e in particolare TIM che in pochi mesi ha portato la fibra nel 65% dei Comuni nelle cosiddette aree bianche. È necessario dunque puntare sul modello di coinvestimento promosso dalla Commissione europea, attraverso il Nuovo Codice delle comunicazioni, e in corso di adozione da parte del Parlamento italiano.


Un modello di coinvestimento “rinforzato”, anche attraverso una società terza senza
rischio di discriminazione e mantenendo la competizione infrastrutturale che ha
già mostrato in questi anni significativi benefici per lo sviluppo della rete.
Il coinvolgimento di Cassa Depositi e Prestiti può rappresentare un’ulteriore garanzia di terzietà per la tutela della competizione, oltre che un esperimento innovativo di governance pubblica e privata, così come dichiarato recentemente dai segretari generali delle organizzazioni sindacali.
Discussioni di principio, rinvii e veti incrociati rischiano a questo punto semplicemente di impedire una razionalizzazione del settore e la possibilità stessa per il nostro paese di mantenere la necessaria competitività con il resto d’Europa, in un momento in cui il rilancio dell’economia dipenderà in modo significativo dalla disponibilità di infrastrutture a banda ultralarga per tutta la popolazione.

RASSEGNA STAMPA

Eco dello Ionio – Rete unica, Bruno Bossio: basta veti incrociati

Askanews – Rete unica, Enza Bruno Bossio (Pd): Puntare su coinvestimento con Cdp

Corcom – Rete unica Tlc, Bruno Bossio: “Puntare su co-investimento, maggioranza Tim non è un problema”

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