Una forestazione produttiva è possibile

Manifestazione PD a Longobucco
A Longobucco avevo partecipato in piena campagna elettorale ad un convegno sui temi della difesa del suolo e del contrasto al dissesto idrogeologico
In quel convegno erano emerse tutte le problematiche di un territorio che vive il dramma del rischio costante di frane disastrose, frutto soprattutto di quella assenza di manutenzione che negli anni avevano garantito gli operai idraulico-forestali.
Longobucco, infatti, vive dal 2009 sotto la spada di Damocle del rischio frane, che potrebbero, interessare una intera frazione densamente abitata di questo comune.
A tutto ciò si devono aggiungere i danni ingenti che gli incendi producono, soprattutto nei mesi estivi, al patrimonio boschivo.
In questi primi mesi di legislatura abbiamo lavorato, di concerto con i sindaci, tra i quali quello di Longobucco Luigi Stasi, per sbloccare fondi destinati a fronteggiare le emergenze.
A giorni il Ministero dell’ambiente dovrebbe intervenire sulla governance dell’APQ difesa del suolo in Calabria che tiene bloccati circa 240 milioni di euro.
Ma, al di là di tutto ciò che si deve fare per dare risposte alle emergenze, occorre, a mio parere, fare della messa in sicurezza e della valorizzazione del territorio una scelta strategica, la più grande opera pubblica da realizzare nei prossimi anni in Calabria. Altro che Ponte sullo Stretto!
Per fare questo è necessario rilanciare la forestazione perché una forestazione produttiva non solo è possibile ma necessaria e ineludibile per la nostra regione.
Certamente, in passato, nella forestazione sono emersi elementi degenerativi, certamente 30mila forestali erano troppi, ma è altrettanto vero che grazie al lavoro degli operai idraulico-forestali in Calabria erano minori gli eventi franosi, le esondazioni dei fiumi e gli incendi boschivi.
Il blocco del turn-over nella forestazione va, dunque, a mio parere superato, programmando la presenza constante degli operai forestali nei diversi territori e sviluppando una progettazione che faccia della montagna non più un problema da affrontare nelle emergenze ma una risorsa produttiva che può davvero creare sviluppo ed occupazione.


RASSEGNA STAMPA
L’Ora della Calabria 25 settembre 2013