Le numerosi adesioni alla petizione online #preferiscolepreferenze sono la testimonianza della giustezza della scelta che, insieme a molti altri deputati del PD, abbiamo compiuto nel batterci per l’approvazione di una legge elettorale che valorizzi il diritto del cittadino e non consegni nelle mani del vertici correntizi la nomina dei parlamentari.
Un “parlamento di nominati” minerebbe il principio costituzionale della rappresentatività coerente espressione di un rapporto diretto tra eletto ed elettori.
Solo con l’istituto della preferenza si garantisce al cittadino il pieno diritto di scelta.
Bene ha fatto Matteo Renzi a non cedere alla demonizzazione delle preferenze che di volta in volta, a seconda le contingenze, si agita strumentalmente a difesa di autoreferenzialità e ristrette nomenclature.
La dialettica e il voto parlamentare espressi liberamente, anche se con posizioni diversificate, non sono affatto indice di indisciplina verso le indicazioni decise dal partito.
In questo caso non si mette in discussione la forma di governo o il carattere del sistema istituzionale, si discute e si decide sul come e su quale sia la tecnicalità più giusta per assicurare i principi della governabilità, della stabilità e della rappresentatività partendo dalla valorizzazione del diritto del cittadino.
L’approvazione di una proposta concepita in sede politica da recepire in blocco e concepita come immodificabile, sarebbe già una prova di un depotenziamento della sovrana potestà legislativa del parlamento.
E poi, sarebbe davvero fuori luogo che, di fronte ad un confronto trasparente e leale nei gruppi parlamentari, si evocassero le famigerate critiche verso i “traditori” e “franchi tiratori”.
Le ultime dichiarazioni di Renzi intorno al tema delle preferenze mi pare scongiurino questa evenienza.
La mia intervista per Il Riformista sulle sfide del nuovo PD: battersi per una giustizia giusta
Il nuovo PD si batta anche per il diritto alla giustizia giusta.