Pubblicato su ilsussidiario.net
La potenza della ‘ndrangheta si dispiega a livello internazionale per la sua capacità di essere imprenditrice e diaccumulare illecitamente ricchezza.
In Calabria la ‘ndrangheta è un freno allo sviluppo economico e sociale, e accresce la sua forza imponendo soggezione e controllo del territorio.
L’inchino della statua della Madonna davanti alla casa del boss ad Oppido Mamertina, accaduto mercoledì scorso (ma di cui si è saputo ieri dalle pagine del Quotidiano della Calabria) simboleggia il riconoscimento di questo potere.
La tempestiva reazione dei carabinieri presenti alla processione ha presentato il volto di uno Stato che contrasta il fenomeno mafioso.
L’inchino si è svolto alla presenza di autorità religiose e di amministratori locali. È inquietante che di fronte ad autorevoli e diffuse manifestazioni di protesta e disappunto da parte di rappresentanze istituzionali e della Chiesa, il sindaco di quel comune abbia rilasciato invece dichiarazioni che minimizzano o addirittura giustificano quanto accaduto.
La Commissione parlamentare antimafia dovrà necessariamente, anche alla luce dell’informativa che i carabinieri trasmettono alla Dda, fare chiarezza ed accertare se quanto è successo è da mettere in relazione all’esito delle recenti elezioni amministrative comunali.
Il monito che nei mesi scorsi il magistrato Nicola Gratteri ha lanciato verso la Chiesa trova nei fatti di Oppido una ulteriore conferma. Era già accaduto a Pasqua, quando la processione dell’Affruntata, in provincia di Vibo Valentia, era stata sospesa al termine di un serrato confronto tra organi dello Stato e della Chiesa al fine di impedire che uomini delle ‘ndrine si infiltrassero tra i portatori delle statue.
La scomunica agli ‘ndranghetisti che Papa Francesco ha pronunciato a Sibari coglie dunque un fenomeno con il quale anche la Chiesa è chiamata a fare i conti. Le prese di posizione su Oppido di Mons. Galantino e del vescovo della locale diocesi, nonché la proposta di Mons. Morosini di negare i sacramenti ai mafiosi possono essere un modo efficace perché la Chiesa anche al proprio interno faccia chiarezza e possa essere impegnata, senza zone d’ombra, in prima linea nella battaglia soprattutto culturale che è richiesta contro la ‘ndrangheta in Calabria e intutto il Paese.
La religione ed i suoi riti non debbono essere più usati come fonte di legittimazione popolare della mafia. Solo così le parole di Papa Francesco possono generare una condivisione tra l’azione della Chiesa e la espressione di una identità delle comunità locali capace di isolare e respingere la simbologia mafiosa.
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