“Contro di me una persecuzione”.

di Paolo Orofino – Il Quotidiano della Calabria (17 ago 2011)

Incontriamo Enza Bruno Bossio al lido di Amantea che frequenta da anni e ci ha concesso un’intervista. Dopo la sortita, l’estate scorsa, su “Perfidia” del Quotidiano Web, la Bruno Bossio esce nuovamente allo scoperto,ancora una volta sulla nostra testata, non sottraendosi alle domande sulle sue vicende giudiziarie, concatenate a quelle politiche e della sua vita privata. A conclusione dell’intervista, ironicamente, fino ad un certo punto, ha ringraziato finanche il “nemico” dichiarato Luigi De Magistris, che indirettamente le avrebbe dato l’opportunità di dedicare più tempo alla sua famiglia.

 Inoltre, ha chiaramente lasciato intendere che “giù dalla torre” farebbe cadere Agazio Loiero e non Giuseppe Scopelliti.

A parte gli esiti che avranno i processi, lei si è chiesta come mai si è trovata in mezzo alle più dirompenti inchieste calabresi su affari e politica?

«È una domanda a cui sto ancora cercando di dare una risposta. Forse, è più in grado lei di spiegarmelo, visto che molte delle notizie, vere o false che siano, le ho apprese dalla stampa. Del resto un autorevole magistrato del pool di Why not, subentrato all’allora pm Luigi De Magistris, in polemica con i colleghi di Salerno, a seguito dei noti contrasti fra le due procure, nonostante già si fosse determinato per le richieste di rinvio a giudizio, dichiarava pubblicamente di non aver mai compreso i motivi per cui era stata aperta l’indagine Why Not. In ogni caso, alla fine di tutto questo tremendo viaggio, avendo prove su fatti e personaggi che mi hanno reso vittima di questa storia, mi muoverò di conseguenza».

Come mai diversi testimoni e in differenti inchieste hanno tirato in ballo il nome di Enza Bruno Bossio?

«È importante, anzitutto, qualificare, oltre che quantificare i cosiddetti testimoni. Non conosco tutti coloro i quali, secondo le sue indiscrezioni, mi avrebbero citato, poiché non conosco,a parte che per Why Not, gli atti di altre indagini. Ma quelli che conosco, avendo letto le carte, sono tutti soggetti interessate a coprire o a risolvere proprie situazioni».

A proposito di “tirati in ballo”, si può dire più o meno la stessa cosa per suo marito. Ma è lei che ha trascinato Nicola Adamo nelle inchieste o è il contrario?

«Il tentativo in queste indagini, nate tutte in un determinato periodo e in un certo contesto politico, era quello di dimostrare un presunto conflitto d’interesse fra la mia attività lavorativa e quella politica di mio marito. Devo intanto affermare che, al di là del gossip e della sofferenza personale, tutte le indagini finora svolte hanno escluso tale assunto. La verità è che a qualcuno ha dato e dà fastidio vederci ancora insieme. Quindi, io non ho trascinato mio marito nelle inchieste e né mio marito ha trascinato me. Ma siamo stati, nostro malgrado, entrambi trascinati ».

Qualcuno, anche qualche suo ex amico,sostiene che Adamo continua ad avere rogne giudiziarie per la forse eccessiva, intraprendenza della moglie negli affari. Che risponde a chi afferma ciò?

«C’è un presupposto errato in questa affermazione, perché io non ho potuto avere alcuna intraprendenza negli affari, giacché non sono stata mai un’imprenditrice, ma solo una dipendente di azienda, con funzioni dirigenziali, che vive del proprio stipendio ».

Una delle pagine del fascicolo denominato “Eolo”, relativo all’inchiesta sui presunti illeciti dietro la realizzazione dei parchi eolici in Calabria, è dedicata ad una testimonianza in cui si fa riferimento ad un suo presunto viaggio verso una frontiera, forse quella di San Marino, con una valigetta piena di soldi. Con lei, pare ci fosse uno degli indagati chiave del procedimento penale in questione.È vera tale circostanza?

«Dopo Why Not, la superbufala ritorna. Così come non è mai esistita una loggia di San Marino, né io sono mai stata indagata per questa ipotesi di reato. Probabilmente l’immaginario collettivo è molto solleticato da questa fantasia e tende a riprodurla così, tanto per farlo, senza il pur minimo riscontro oggettivo. Infatti, io non sono mai stata a San Marino, se non una sola volta nel 2004, per assistere ad un incontro di wrestling con mio figlio. Ed a proposito di valigette, non risulta, che nelle indagini che ho subito, vi sia una contestazione nei miei confronti di appropriazione indebita di denaro».

All’improvviso si ritrova a metà strada fra due opposti precipizi. In un punto proprio equidistante dai due dirupi. Da un lato sta cadendo Agazio Loiero, dall’altro sta precipitando Luigi De Magistris. Entrambi stanno chiedendo aiuto. Da chi correrà per primo?

«Mi volto da un’altra parte e proseguo per la mia strada ».

E se al posto di De Magistris, in bilico, sul dirupo opposto a quello dove sta cadendo Loiero, vi fosse Giuseppe Scopelliti, farebbe la stessa cosa?

«Non capisco l’associazione De Magistris, Loiero, Scopelliti. Ma è evidente, che per me Scopelliti è solo un avversario politico».

Quando nel marzo del 2007 è stata ricevuta in procura da De Magistris, che impressione le ha fatto il pm? Non mi interessa ciò che pensa ora del sindaco di Napoli. Vorrei sapere che impressione le ha fatto il giorno dell’audizione il pm, tre mesi prima che scoppiasse il caso Why Not.

«Ho chiesto più volte di essere interrogata dal dottor de Magistris, ma non ha mai voluto accogliere la mia richiesta. Ciononostante, ho voluto, a tutti i costi, incontrarlo e fornirgli dichiarazioni spontanee poiché, all’epoca, ero convinta ingenuamente della buonafede del magistrato. Alla fine di quell’incontro l’impressione ricevuta è che quella buonafede non c’era».

Lei ha avuto accesi contrasti con diversi giornalisti, compreso il sottoscritto. Francamente che idea si è fatta dei giornalisti calabresi e non, che si sono occupati delle sue vicende giudiziarie?

«Pur criticando sempre la pubblicazioni delle intercettazioni nella fase istruttoria delle indagini e quindi l’operato delle “veline” delle procure, devo dire che ho perseguito legalmente solo quei cronisti che hanno stravolto o amplificato in termini di gogna mediatica la notizia, o peggio, hanno trasformato il gossip velenoso e interessato in processo mediatico».

In Why Not è stata assolta. Nell’inchiesta “Eolo”, secondo attendibili indiscrezioni, è destinata a ricevere addirittura una richiesta d’archiviazione. Dunque, alla fine, dato che si è sempre proclamata innocente, per lei la macchina giustizia ha funzionato. O no?

«In questi anni, ho sopportato umiliazione e sofferenza più peri processi mediatici, che per quelli giudiziari e non ho mai smesso, però, di credere nella giustizia, convinta che i processi possano celebrarsi solo nelle aule dei tribunali. E di questo sono stata convinta, nonostante fosse evidente che si trattava di indagini basate non sull’accertamento dei reati, quanto sulla persecuzione delle persone. Oggi, mi rimane la piccola e non riparatrice soddisfazione, che sono assolta da tutti i reati ipotizzati con formula piena, perché il fatto non sussiste. Per quanto riguarda l’inchiesta Eolo, prendo per buone le sue informazioni, in quanto io relativamente a tale procedimento penale, non ho avuto alcuna comunicazione ufficiale. La verità è, che al di là di tutto e come accade in tutte le professioni, esistono magistrati rigorosi e altri poco sereni».

Oggi,rispetto al passato, appare più impegnata in politica e meno nelle logiche imprenditoriali. È un’apparenza o ciò è la verità?

«L’ho detto già prima, ma lo ribadisco. Io non appartengo alla categoria degli imprenditori. Comunque, le dico che dopo aver ricevuto l’avviso di garanzia, speditomi dal pm De Magistris nel settembre del 2006, ho deciso di prendermi un periodo sabatico e mi sono dimessa dalle funzioni di amministratore delegato per consentire maggiore serenità al corso della giustizia e anche per non procurare implicazioni alle aziende di cui ero dirigente. Da allora sto vivendo un periodo di non lavoro o di lavoro precario e ancora oggi, nonostante l’assoluzione nel processo, mi sto adoperando, anche attraverso l’invio di curriculum via internet, per tentare di riprendere pienamente la mia attività manageriale fuori dalla Calabria. Per quel che riguarda il mio impegno politico, che va avanti da quando avevo quindici anni, posso dirle che non l’ho mai considerato un mestiere, ma solo una passione, che ultimamente ho coltivato di più, avendo meno responsabilità lavorative e quindi più tempo libero da dedicare alla politica».

Allora i suoi estimatori devono ringraziare De Magistris per averla fatta ritornare sulla scena politica?

«Potrei decidere di ringraziarlo anch’io, perché in questi ultimi anni ho potuto dedicarmi di più non solo alla politica, ma pure e soprattutto alla mia famiglia».

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